Storia della Chiesa

Approfondimento

A Bertipaglia, frazione di Maserà di Padova, si può ammirare la piccola Chiesa campestre di Ca’ Murà.

Il termine "Ca’ Murà" compare per la prima volta in un documento del 1034, in cui è nominato un oratorio pubblico intitolato a S. Stefano, il protomartire cristiano che ha per moto "Ora et labora" (“Preghiera e Lavoro”) che i benedettini considerano come loro particolare modello e protettore.

La presenza dei Carraresi nel vicino territorio, che nel 1027 costruirono la chiesa di Carrara S.Stefano e, poco dopo  intitolarono a S. Stefano la chiesa di Carpanedo, e una nota del 1449 delle Visite Pastorali fanno pensare ad una origine benedettina dell’impianto. 

Questo minuto monastero benedettino femminile era recintato da una mura, si può così facilmente spiegare il toponimo dato alla località di Ca’ Murà.

Tra 1216 e il 1220 vi si stabilisce una comunità di frati francescani che  vi rimase poco più di settant’anni. Tale periodo coincide con quello in cui S. Francesco soggiornò nel padovano di ritorno dall'Oriente (1220-'21), quindi non si esclude una sua visita a Ca' Murà.

Il convento dì Ca’ Murà aveva raggiunto una piena autonomia, infatti nel 1238 poté beneficiare dei cospicui lasciti del terziario francescano Buffono di Bertolotto che lascia per testamento 100 soldi al convento di Ca’ Murà perché provveda a dar inizio alla costruzione della Basilica di S. Antonio.

E’ probabile che S. Antonio, negli anni dal 1227 al 1230,  in cui fu ministro provinciale per l'Italia settentrionale, abbia visitato il convento di  Ca’ Murà che veniva definito "arcella", termine che i Francescani adoperavano per i conventi che erano sorti per primi in una regione ed avevano poi generato altri conventi.

Nella decima papale del 1297, Ca’ Murà è nominata come chiesa curata, distinta da Bertipaglia, con un rettore con il titolo di Priore, il che fa pensare un ritorno dei benedettini, probabile un priorato semplice, che comprendeva non più di tre o quattro monaci.

Nel 1449 il monastero aveva cessato di esistere e la chiesa dei Santi Stefano ed Eurosia era passata in proprietà della parrocchia di S. Mariano, anche se continuava ad avere il suo Fonte battesimale segno della sua parrocchialità.

Questa situazione si è protratta fino alla Visita Pastorale del 7 maggio 1588 quando la chiesa di Ca’ Murà venne dichiarata succursale della Parrocchia di Bertipaglia.

Il 29 maggio 1589 Papa Sisto V assegnò il beneficio semplice di Ca’ Murà ai Canonici Illirici di S. Girolamo di Roma i quali dopo quella data costruirono il grazioso campanile al lato destro dell'abside.

Nel 1780 ai Canonici Illirici successe la famiglia padovana dei Petrobelli i quali, fino al 1900, provvidero a mantenere in loco un mansionario.

Chiesa, casa e terreno circostante vennero posti all’asta il 28 gennaio 1899, e furono acquistati da Don Gottardo Bellan, parroco di Bertipaglia, con i soldi prestategli dal Cardinale Callegari.

In due atti datati 1927 e 1958 Don Gottardo Bellan, lascia in successione i beni al fratello Don Antonio Bellan.

Il 4 febbraio 1969 con atto dispositivo "il Reverendo Padre Antonio Bellan lasciò la Chiesetta di Ca' Murà alla Chiesa parrocchiale di Bertipaglia".

 

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